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Flipped Classroom. Conoscenza e competenza in classe virtuale

Flipped classroom, l’efficacia dell’insegnamento capovolto

Pubblicato da Emanuele Pucci | 23/Feb/2015

Riflessioni sulla classe virtuale a partire dai recenti articoli sulla flipped classroom

 

Ho letto con grande interesse l’articolo di Tullio De Mauro sulla scuola capovolta e quello, altrettanto stimolante, pubblicato da Repubblica in questi giorni sulla classe capovolta (Flipped Classroom).

Per chi come me, si occupa di e-learning e classe virtuale da diversi anni, l’argomento è davvero di stringente attualità; aldilà dei percorsi didattici e delle eccellenze o delle carenze che si possono riscontrare da istituto a istituto, sembra pressante la necessità di oltrepassare il confine tra le ore di lezione a scuola, quelle studio a casa, la vita reale e quella digitale. Viviamo in un’epoca caratterizzata dall’”always on”, una gran parte della popolazione è sempre connessa, sensibile e coinvolta dagli stimoli che possano provenire dal web.

E questo fin dalla più giovane età, grazie al possesso di smartphone o tablet, dati in uso ai più piccoli magari perché dismessi dai genitori. Eccoci quindi davanti a una generazione di nativi digitali realmente digitalizzati fin da piccoli, magari con il pretesto di un gioco, ma ben presto in grado di guardare un video, condividerlo, usare un sistema di messaggistica.

E la scuola? Cosa può fare per interpretare questo mutamento? Anche seza wi fi e senza aule di informatica, scopriamo che si può fare moltissimo. A patto che il web, la tecnologia diventi una “costola” della formazione tradizionale. Oggi è davvero possibile, con poca o nessuna spesa, integrare la lezione tenuta in aula con elementi di classe virtuale come un documentario video che approfondisca l’argomento. Non sarà difficile per gli studenti, anche piccolissimi, vederlo al di fuori dell’aula scolastica quando hanno tempo grazie a uno smartphone o a un tablet. Sempre grazie al web è possibile creare piccoli gruppi di studio che possano portare nuova conoscenza in un forum o una bacheca creata su internet. E ancora è possibile stimolare i ragazzi a imparare nozioni altrimenti noiose; esiste ad esempio, un app gratuita con cui i bambini imparano le capitali europee, perfino quelle più ostiche come quelle degli stati europei creatisi da poco.

Questo nuovo tipo di formazione online post scolastica, può agire sugli studenti attraverso tre meccanismi davvero efficaci:

  • un maggior coinvolgimento su ogni singolo tema o lezione, grazie a elementi di classe virtuale e all’interattività di un video o di una pillola formativa
  • rendendo protagonista lo studente che deve compiere azioni e rispondere a stimoli derivanti dal contenuto formativo, magari proposto in classe virtuale
  • obbligando in modo divertente a mettere in pratica la nozione imparata (Learning by doing) anche online, sempre mediante classe virtuale.

È quanto sperimentiamo ogni giorno attraverso il supporto offerto dalla nostra piattaforma e-learning con classe virtuale integrata ad alcune realtà che hanno avviato delle PLC, delle Comunità di Pratica online. Anche a distanza, la Comunità di Pratica diffonde conoscenza e competenza, in una sorta di formazione tra pari: bacheche, forum, library, videpillole  chat, gamification e, naturalmente, incontri in classe virtuale sono alcuni dei tanti strumenti che il gruppo possiede per lavorare sui temi condivisi e di interesse per tutti.

In passato – con l’azienda che guido, Teleskill – abbiamo messo in pratica alcuni primi elementi di supporto tecnologico in scuole romane. Ad esempio, con l’Istituto Sacro Cuore della Trinità dei Monti abbiamo creato una classe virtuale estesa in cui gli alunni hanno potuto partecipare a lezioni con docenti di altri Paesi e interagire con loro, come se fossero nella stessa aula. Esperimenti di questo tipo sono facilmente realizzabili e dimostrano di avere un grande impatto sui chi deve imparare. Ma, soprattutto, potrebbero aiutare a realizzare il superamento tra conoscenza e competenza. Penso, ad esempio al mondo accademico, agli atenei. Spesso studenti con un ottimo curriculum si trovano a dover re-imparare tutto da capo una volta entrati nel mondo del lavoro. Iniziative come la flipped classroom, adeguate ovviamente agli standard di apprendimento di ogni facoltà sono un supporto prezioso per la formazione di ogni persona.

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