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Reverse mentoring ed e-learning

Reverse mentoring ed e-learning. Come utilizzarli nella formazione professionale e aziendale

Pubblicato da Teleskill Italia | 29/Mar/2023

E-learning e reverse mentoring sono oggi un concreto supporto per il raggiungimento di una maggiore consapevolezza tecnologica e fluidità digitale in ambito professionale e aziendale.

Nell’organizzazione ibrida convivono e collaborano professionisti di estrazioni molto diverse: i nuovi arrivati, i manager storici, i collaboratori senior, i free lance e le persone che collaborano in sede o da remoto.

Un grande patrimonio di conoscenze e di competenze diverse che possono tornare utili se condivise, “scambiate”, implementate con il confronto, soprattutto tra generazioni.

Una piattaforma e-learning è l’ideale per implementare un percorso di reverse mentoring, ma soprattutto per metterlo in comune con tutta l’organizzazione, facendolo diventare così un patrimonio culturale condiviso e una vero strumento strategico per competere in un contesto VUCA, l’acronimo creato dai sociologi per definire lo scenario attuale: Volatile, Incerto, Complesso e Ambiguo.

Infine, un’attività di reverse mentoring può contribuire al successo di iniziative di reskilling e upskilling  sempre più necessarie in un contesto fluido.

Cos’è il reverse mentoring

Il concetto di reverse mentoring non è proprio nuovissimo. A Jack Welch, ex CEO di General Electric, viene attribuito il merito di essere l’inventore del primo programma di reverse mentoring nel 1999. Fondamentalmente, i dirigenti più anziani sono accoppiati con dipendenti più giovani che insegnano loro le nuove tecnologie, e nuovi modi di eseguire alcune attività. In pratica li abituano a quella fluidità digitale che è sempre più necessaria in ogni ambito della vita lavorativa.

Il reverse mentoring avviene quindi quando le persone più giovani, fresche di studi e più aggiornate rispetto ai trend e alle evoluzioni del momento, passano le loro conoscenze ai dipendenti cosiddetti senior.

La forza del reverse mentoring si comprende meglio esaminando l’atteggiamento di un dipendente entrato nel mercato del lavoro, ad esempio negli anni 90, un’epoca che poneva l’accento sull’importanza della gerarchia, della conoscenza e del rispetto del proprio posto all’interno dell’azienda. Al contrario, i giovani oggi, se vogliono, twittano con il Presidente del Consiglio. Sono cresciuti con i social media, piattaforme che, almeno idealmente, attribuiscono a ognuno una voce e un piano di parità.

Il reverse mentoring mira non tanto a sostenere questa prospettiva, quanto a far crollare i vecchi atteggiamenti nei confronti della gerarchia e incoraggiare la comunicazione, la condivisione, la collaborazione e la cooperazione.

Vantaggi del reverse mentoring per un’organizzazione

Anche se si tratta, come abbiamo detto, di una pratica che esiste da qualche decennio, il reverse mentoring ha faticato a diffondersi, almeno fino a prima della pandemia. Eppure i suo vantaggi sono tutt’altro che trascurabili; vediamone alcuni:

  • miglioramento delle competenze tecnologiche: i mentori più giovani possono insegnare ai mentee anziani come utilizzare le ultime tecnologie e applicazioni, aumentando le loro competenze digitali e consentendo loro di sfruttare appieno le opportunità offerte dalla trasformazione digitale
  • fornire una prospettiva fresca: i mentori più giovani portano con sé una mentalità diversa e una prospettiva unica sulle sfide dell’organizzazione. Ciò può portare a nuove idee e soluzioni innovative che potrebbero non essere state considerate altrimenti
  • aumento della motivazione dei dipendenti. Il reverso mentoring può aumentare la motivazione dei mentori più giovani, che potrebbero sentirsi valorizzati e apprezzati per il loro contributo all’organizzazione. allo stesso tempo, i mentee anziani potrebbero sentirsi ispirati e motivati ​​dalle idee e dall’energia dei loro mentori
  • favorire la diversità e l’inclusione: il reverse mentoring può favorire la diversità e l’inclusione all’interno dell’organizzazione, poiché i mentori più giovani possono provenire da background diversi e portare con sé punti di vista e prospettive uniche.
  • miglioramento della comunicazione: il reverse mentoring può migliorare la comunicazione tra i dipendenti di diverse età e livelli gerarchici all’interno dell’organizzazione, promuovendo una cultura della collaborazione e del lavoro di squadra.

 

Reverse mentoring in piattaforma e-learning

Reverse mentoring in piattaforma e-learning

La diffusione delle tecnologie digitali e una più diffusa capacità di utilizzo, pensiamo ad esempio alla videoconferenza, ha permesso una maggiore diffusione del reverse mentoring. In effetti oggi il mentoring può essere attivato da remoto, ottimizzando il tempo dei manager e quello dei giovani formatori.

In una piattaforma e-learning come Teleskill Web Academy esistono però molti altri strumenti che possono aiutare nel reverse mentoring.

Wiki-Experience è uno dei principali. Grazie a questo strumento, in modo asincrono, il giovane mentore può caricare in piattaforma un video o un audio e indirizzarlo al suo collega senior. In questo modo si ottiene però un vantaggio. Lo scambio di conoscenza non resta limitato a due soggetti, ma rimane in archivio, rintracciabile facilmente grazie a tag e al motore di ricerca interno. E può essere utilizzato in futuro per un altro momento formativo. Diventa, come la chiamiamo in Teleskill, una Wiki-pillola di esperienza che adesso è parte del patrimonio culturale aziendale.

Se il giovane formatore deve trasmettere le sue competenze a più soggetti (pensiamo ad esempio a un corso sull’utilizzo evoluto del calendario in cloud), magari in modo sincrono, lo strumento più adatto è il webinar.

In questo caso si possono utilizzare tutti gli strumenti presenti per favorire interattività e coinvolgimento come l’intervento dei partecipanti in audio o video, sondaggi e questionari, ma anche condividere lavagne, filmati, appunti e, a evento finito, disporre di una registrazione editabile per trasformare il webinar in un contenuto formativo sempre presente in piattaforma e-learning.

Un’altra possibilità e coinvolgere le nuove leve nell’ideazione di un progetto formativo dedicato ai più senior sfruttando tutti gli strumenti che gli sono familiari. In questo caso attività di social learning o mobile learning potrebbero essere implementate per condividere le conoscenze.

Anche la gamification può rientrare in un progetto di reverse mentoring. Il gioco, infatti, è un fantastico collante tra generazioni diverse e possiamo dire che, in genere, le persone praticano giochi a qualunque età della vita. Le tipologie di gamification in un’attività di reverse mentoring in piattaforma e-learning possono includere sfide con quiz, conquiste di badge, barre di avanzamento nel percorso man mano che si ricevono i feed back positivi dal mentore e altro ancora. Inserire il gioco in un percorso formativo è in ogni caso un modo straordinario di alleggerire il peso della lezione e di “contaminare” con divertimento e intrattenimento il piano di apprendimento.

Concludendo, occorre porre l’accento anche su un’altra caratteristica del reverse mentoring che non ha solo a che fare con l’apprendimento. Vediamolo come una strada a doppio senso

Sebbene progettato e diffuso come mezzo per dotare gli anziani di nuove conoscenze, il reverse mentoring può essere un enorme impulso anche per i mentori più giovani. Questa interazione multigenerazionale li aiuta a vedere un quadro più ampio ed è come un “addestramento ombra” nelle qualità di leadership. Inoltre, aumenta anche la comunicazione tra dipendenti appartenenti a generazioni diverse sul posto di lavoro, colmando il divario tra di loro e riducendo così anche i conflitti.

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