Nuovi scenari. Azienda ibrida e blended learning
Pubblicato da Teleskill Italia | 16/Giu/2022
L’organizzazione ibrida è entrata a far parte, con successo, del nostro quotidiano. Attorno a questo nuovo concetto d’impresa mutano tanti altri fattori e nascono nuove opportunità come quelle offerte dalla formazione “blended learning”.
Prima dell’emergenza sanitaria era in atto un lento cambiamento verso la digitalizzazione di vari aspetti della vita quotidiana: la cosiddetta Transizione Digitale. In molte aziende questo voleva dire anche introdurre la modalità di lavoro a distanza. A febbraio 2020 quando l’emergenza Covid ha chiuso in casa milioni di persone, lo smart working o remote working o telelavoro (forme contrattuali diverse ma che di fatto vedono il dipendente lavorare da casa invece che dalla postazione in ufficio) è diventato la forma prevalente di prestazione lavorativa durante il lockdown e anche per i mesi, in alcuni casi anni, a seguire.
Fino ad oggi: dopo un primo momento in cui la conversione nella modalità “remota” è stata totale, pian piano, si sta provando a tornare indietro verso quella che era stata la normalità. Ma si può parlare di ritorno alla normalità? Forse, con un termine coniato dai sociologi è più corretto parlare di Nuova Normalità.
Cosa si intende per azienda ibrida.
Il mondo di oggi presenta profondi cambiamenti rispetto all’epoca pre-Covid. C’è una immensa spaccatura creata dalla pandemia: il mondo prima e quello attuale. Tutti pensavamo che quando l’emergenza sarebbe finita saremmo tornati alla normalità. La verità è che non c’è un quando, un momento preciso in cui è finita (è finita?) o finirà l’emergenza. Inoltre, la vecchia normalità è stata inevitabilmente contaminata dal vissuto degli ultimi due anni e quella in cui ci troviamo ora è una nuova normalità. Tutto quello che conoscevamo e che davamo per garantito non ci appare più così scontato. La vita delle persone e il valore che queste ultime danno al loro tempo è radicalmente cambiato.
C’è un nuovo parametro da considerare nella ricerca di un lavoro (e quindi nelle offerte che le aziende lanciano sul mercato: il work life balance. Quindi da un lato questa rinnovata consapevolezza sull’importanza del tempo speso in famiglia o comunque nella sfera privata e dall’altro la necessità di ritrovare nel luogo di lavoro uno spazio dove poter recuperare una socialità così a lungo ostacolata. Da questo dualismo è nata la necessità di creare delle opportunità lavorative ibride che prendano in considerazione ambo le posizioni, e quindi sia la possibilità di una gestione più flessibile del tempo dei lavoratori, ma anche mantenere un luogo fisico di incontro. In principio, in fase di emergenza, ci si è ritrovati a subire il lavoro a distanza senza aver attraversato un percorso condiviso azienda-dipendente, ora lo Smart working acquisisce dignità come vera e propria forma di lavoro riconosciuta. Una modalità ibrida fra presenza e distanza, dando vita alle aziende ibride.
È importante notare che non si tratta solo di lavorare, restando a casa. Nuovi concetti urbanistici, come quello della “città dei quindici minuti”, presuppongono che, oltre alle sedi centrali, le imprese si doteranno, e in alcuni casi si sono già dotate, di uffici più piccoli, delocalizzati, che permettono ai dipendenti di lavorare, incontrare i colleghi, ma senza per forza percorrere le grandi distanze che li separavano, in passato, dall’headquarter.
Come organizzare un’azienda ibrida.
Strutturare una azienda ibrida vuol dire ripensare anche a tutte quelle attività che orbitano intorno all’attività lavorativa. Tutto quello che prima avveniva in sede ora sarà spacchettato e avverrà per metà in casa (o altro luogo scelto dal lavoratore) e per meta in situ: dalla dotazione delle apparecchiature informatiche, ai servizi mensa, alla formazione.
Nel passato la formazione per la maggior parte dei corsi era svolta in aula, a giorni e orari fissi con un rapporto verticale docente-discente. Ma la nuova organizzazione aziendale richiede che anche la formazione delle risorse venga contaminata dall’uso di contenuti in modalità ibrida. Ecco quindi che si entra nel campo del blended learning (in italiano formazione mista).
Il blended learning per l’azienda ibrida.
Per blended learning si intende un insieme di contenuti trasferiti in parte con lezioni in aula e in parte con integrazioni, o percorsi formativi, disponibili online. Non è un concetto nuovo ma, negli ultimi due anni, ha subito una applicazione sempre più spinta a causa della (o forse potremmo dire grazie a) situazione sanitaria che ha travolto il modo di vivere e di lavorare di miliardi di persone.
Già nel 2019, si assisteva a un tasso di crescita del settore e-learning nel mondo stimato intorno all’8% annuo, il lockdown non ha fatto altro che aumentare questa crescita che ora si aggira intorno al 10% all’anno ed è previsto un volume d’affari globale maggiore di 300 miliardi nel 2025.
Il trend di crescita rimane positivo nonostante il lento, ma costante ritorno alla normalità. Questo perché come detto sopra, la normalità ha subito uno scossone e, in questo nuovo assetto, occorre valorizzare i path formativi trovando nuovi equilibri fra tradizione e innovazione. Per questo il New Normal, ha bisogno di un modello ibrido di insegnamento che vede integrate le modalità online e in aula.
Le possibilità offerte dall’e-learning sono numerose: si possono offrire percorsi di formazione sincrona o asincrona. La prima caratterizza tutte quelle piattaforme per seguire i webinar e quindi una formazione online in diretta. Con la seconda si intende la possibilità di accedere a un percorso didattico virtuale virtuale, disponibile in piattaforma e-learning, nei tempi e nei modi preferiti dal fruitore.
Inoltre ogni azienda può decidere se produrre dei percorsi personalizzati tagliati su specifiche esigenze aziendali o se acquistare dei corsi già predisposti da scegliere tramite cataloghi e poi inserirli nelle proprie piattaforme di e-learning. Questo fermento intorno al settore dell’e-learning ha fatto sì che in breve tempo molte società iniziassero ad orbitare intorno a questo business e attualmente il mercato italiano conta otre 700 società, per la maggior parte piccolissime, che sviluppano i corsi per conto delle aziende.
Sempre all’interno della formazione mista troviamo l’aula estesa, un’aula in cui parte degli utenti stanno seguendo dal vivo la lezione, mentre una parte è collegata da remoto, naturalmente offrendo a tutti la possibilità di interazione, partecipazione, collaborazione, condivisione.
Vantaggi del blended learning.
I motivi del successo del blended learning risiedono prevalentemente nel fatto che ormai tutti abbiamo accesso semplificato alla tecnologia e che, il web, se usato in modo corretto, è una fonte inesauribile di informazioni. La sua capacità di attivarsi in momenti e ambienti diversi da quelli dell’aula tradizionale ha portato lo studente ad essere più autosufficiente e indipendente e a pretendere che l’ambiente di apprendimento non sia più l’aula ma anche il divano di casa o il tram per il tragitto casa-lavoro. Ascoltare una lezione mentre si è sul tram trasforma il –don’t-time in do-time, ottimizzando quindi i tempi da dedicare poi ad altre sfere della vita personale di ogni individuo.
Esistono, com’è ovvio, vantaggi anche per l’organizzazione. Poter realizzare una formazione di tipo misto evita di dover portare tutti i discenti in un unico luogo, favorisce aggiornamento e competitività dei collaboratori, contrasta l’obsolescenza dei contenuti.