Come fare informal learning con Instagram
Pubblicato da Teleskill Italia | 03/Feb/2020
La popolarità e l’intuitività di Instagram lo rendono un social network straordinario per la formazione, soprattutto se proposta in un’ottica di informal learning.
Instagram è un social network sempre più popolare. Secondo gli ultimi dati diffusi da Agcom conta 22,3 milioni di utenti ed è valutata come una delle piattaforme social dal più alto potenziale di crescita.
L’importanza di Instagram per la formazione online è quindi direttamente proporzionale alla sua pervasività, ma in un’ottica di e-learning non bisogna trascurare altre rilevanti potenzialità:
- è visivo e molte persone apprendono meglio vedendo che leggendo;
- è condivisivo, e questo permette di creare meccanismi di social learning con il vantaggio di rendere più fruibili nozioni, aggiornamenti, informazioni;
- è utilizzato prevalentemente da smartphone, permette quindi di intercettare la tendenza sempre crescente al mobile learning;
- infine, con le sue stories, e i post permette di apprendere in una modalità meno strutturata avvantaggiandosi di tutte le forme di successo dell’informal learning.
Cos’è l’informal learning.
Per informal learning, s’intende il processo di condivisione della conoscenza che non è strutturato in un corso o in un modulo di formazione, non avviene in aula tradizionale, né in classe virtuale, ma ottiene in ogni caso il fine di trasmettere con successo la nozione e di coinvolgere il discente.
Gli esempi di informal learning in azienda sono i più diversi: ad esempio, un consiglio su come eseguire un lavoro dato davanti alla macchinetta del caffè, un post it su una procedura da seguire lasciato sulla scrivania del collega, un trucchetto per svolgere meglio un’attività, condiviso durante un tragitto di lavoro.
Perché l’informal learning funziona.
L’informal learning funziona perché è strettamente legato al meccanismo di apprendimento di ogni essere umano. A scuola o sul luogo di lavoro le persone tendono a “imparare” in modo informale: semplici conversazioni, consigli diretti, tentativi ed errori corretti da un collega, osservazione diretta del “come si fa”. La parte più rilevante delle informazioni passa attraverso il lavoro, fianco a fianco, con i compagni o colleghi, oppure attraverso il passaparola; naturalmente il tutoraggio è soggetto alla qualità della relazione tra chi detiene la nozione e chi la riceve.
Per descrivere l’informal learning si fa spesso un paragone con il treno e la bicicletta. L’apprendimento formale è come prendere un treno: il treno scorre su binari precisi, le fermate sono prestabilite; i passeggeri seguono il conducente per tutto il percorso, comodi, certamente, ma senza alcuna libertà (se non quella di distrarsi).
L’apprendimento informale è come andare in bicicletta: il ciclista più esperto sceglie la destinazione e il percorso. Il ciclista che lo segue può prendere una deviazione senza preavviso per ammirare il paesaggio o aiutare un compagno. O, nel caso di Instagram, per scattare una foto e condividerla “al volo”.
Come fare informal learning con Instagram
Come molti sapranno, su Instagram è possibile creare gruppi. Il gruppo permette quindi tutti gli esperimenti di una comunità di pratica online, replicandone meccanismi e interazioni, abituando gli iscritti al gruppo a collaborare e condividere per la crescita collettiva, non solo individuale.
Si può abbinare formazione Instagram in molti modi. L’importante è sfruttare gli strumenti “propri” della piattaforma, quelli che l’utente già utilizza quotidianamente. Ad esempio si possono condividere test e quiz con questo meccanismo: scattare una foto da abbinare a una didascalia, o viceversa, scrivere didascalie abbinate a foto fornite dal docente o dal formatore.
Tra gli utilizzi più diffusi c’è quello dello storytelling a staffetta. Il meccanismo formativo prevede di invitare i discenti a scattare una o più foto abbinate a un testo creativo che tragga ispirazione da ciò che hanno ritratto. Il testo può essere inserito nei commenti, i quali vengono usati anche per scrivere storie “a turno” in cui un utente si sostituisce all’altro nella narrazione.
Attraverso l’approccio visivo si possono condividere tips&trics, anche nei brevi video da 1 minuto che la piattaforma ospita. In questo modo si mette a fattor comune la best practices che si è sperimentata o che si vuole trasmettere ad altri. È un classico approccio del tipo wiki experience, che permette di capitalizzare esperienze personali a supporto della collettività, utilizzando strumenti informali e social. Una sorta di “apprendimento – formazione” svolto in modo collaborativo e spontaneo tra utenti, in perfetto stile Wikipedia.
E ancora si possono condividere in forma visiva mission aziendali o frasi motivazionali, che il discente può a sua volta, apprezzare commentare o condividere.
Come si vede l’utente è protagonista, ma non solo. È a sua volta formatore, parte attiva dl processo di e-learning.
Instagram favorisce la flipped classroom.
Infatti, un’ultima nota conclusiva riguarda la classe capovolta che diventa con Instagram una reale possibilità di coprogettazione, favorendo lo scambio di competenze e conoscenze della formazione. Le attività sono sempre condivise e co-create, perché il bello di lavorare con Instagram è la possibilità di scambiarsi le competenze tra docenti e studenti.
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